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Averti accanto

La strada cavalca la spiaggia, macchine curiose di frenare ai piedi dei bagnanti, occhi accecati dai riflessi di un sole che stenta a fuggire. Tu attraversi ignara e sottile, una crocchia di capelli rame che solleva per boria la testa, cerchi un varco tra mani tese prima che slaccino i pensieri curvi sulle tue morbide […]

Crepe

Rustica sofferenza
che si addice
alle zolle di terra,
non mia nel possesso
di gentili parole
che afferrano adunche
la voglia del tempo.
Il cielo non si riflette
nei solchi dei pensieri,
solo intorno crepe
aride d’acqua
nelle fertili menzogne.

Dai riflessi

Fuori del mio corpo a rintuzzare
i mulinelli dei pensieri,
pare una bonaccia indaffarata
che ricuce l’orlo di cielo e mare,
il viso che saluta alla partenza
gli occhi di chi non lascia e sogna.
E se distolgo dai riflessi l’orizzonte,
un angolo mio di effusioni,
ritrovo lo slancio a ritroso delle onde,
una corsa che non mi sfianca e piace.
Pare una bonaccia che ripiega,
un abito di donna che stenta a toglierlo,
fuori del mio corpo a mormorare
le giravolte dei sassi tra le labbra.

Delia

Ho ricordi come ruote che mordono l’orlo dei pensieri.
 

E’ una strada in salita tra filastrocche antiche,

la testa appoggiata al grembo di una madre dolente,

dentro al cuore alberi e cespugli schiacciati.
 

Usciva allora Delia dagli occhi color luna piena

ad allenarmi al riso, a scrollare il pianto.
 

Sopra di noi il cielo era volato via, immemore

delle preghiere appese alte, anime commoventi.
 

Era pesante il dono dei suoi occhi socchiusi,

piccoli e ballerini.
 

Uno scroscio di risa cresceva.
 

Inghiottivo vampe di calore e desiderio,

una forza invisibile a molestarmi dentro,

un sacrificio delle mani tra i suoi fianchi tesi.
 

L’ombra delle nuvole,foglie di rovo sparpagliate,

deformava la pulsione nascosta del seno,

sorbivo gocce di acquamarina e la stringevo,

sotto l’occhio del sole stremato mille volte.
 

Delia era vestita di fiori, tintinnavano chicchi d’uva.

Delia era culla di luce, danzavano le mani tra i capelli.
 

Delia era seduta lì, invisibile forza che deforma ogni cosa.