UBI MAIOR, MINOR CESSAT

di Eliah il Bardo



UBI MAIOR, MINOR CESSAT... è giorno di cambiamenti... Racconto di un uomo pronto, deciso a cambiare, perché teme il tempo e che cerca e insegue la felicità. Sento il dolce suono della mia radiosveglia, apro gli occhi, sono le 7:01 del gennaio 2011. Le notizie del GR non promettono nulla di buono, ma oggi è un giorno diverso, oggi qualcosa cambierà sia dentro di me sia fuori di me. Giunto a metà del cammino di mia vita, oggi mi recherò in ospedale per subire un intervento chirurgico che dovrebbe ridarmi il sapore del piacere. Gli esami preliminari hanno dato esito favorevole, quindi non rimane che il ricovero e poi con una parte del mio passato sarà definitivamente argomento chiuso. Cosa mi manca per entrare in ospedale? Credo ormai più nulla, ho preparato i relativi documenti per il ricovero; ho fatto la doccia, la barba, ho lavato i denti e la borsa per il miniricovero è pronta, e poi, e poi niente, sono ormai pronto per uscire. Ecco una cosa non ho fatto; non ho avuto un momento d’intimità con lui, non ci siamo sentiti per un ultimo saluto, senza nessuno tra i piedi, per rivivere i nostri ricordi, i nostri momenti d’intensa emozione e di grandi sensazioni dove non sempre ci siamo rivelati i nostri stati d’animo. Io sono abbastanza estroverso, lui invece è molto introverso, rimane per ore nel suo cantuccio e solo quando sa che ho bisogno di lui mi fa accorgere della sua presenza. Una presenza, debbo ammettere, forte, decisa, sicura e che per anni non ha mai manifestato tentennamenti. Ma ora con lo scorrere degli anni, le nostre strade si stanno per dividere in modo drastico, radicale e senza più possibilità di ripristinare un contatto. Ormai è certo, è solo questione di ore, ma una parte del mio passato rimarrà solo un ricordo e sento il nuovo che avanza... sarò egoista e ingrato, ma il motto di Cartesio: "COGITO ERGO SUM" riveduto e corretto... "COITO ERGO SUM"... mi ha sempre intrigato... il fatto un pò mi emoziona e al tempo stesso mi confonde, poiché solo qualche tempo fa era impensabile, mentre adesso è ordinaria amministrazione... La chirurgia ha fatto passi da gigante e consente di cambiare quasi tutto del nostro corpo, e tutto ciò a costi contenuti ma soprattutto con grandi risultati. Ma ecco che mentre penso a tutto ciò, mi accorgo che lui si è intristito e evita di comunicare con me. Non vuole accettare la nuova realtà... è come se mi stesse osservando con lo sguardo cupo e al tempo stesso severo. Mi fa sentire un irriconoscente, ma io non posso e non voglio crogiolarmi nei ricordi e non me la sento di ingurgitare farmaci "miracolosi" per sentirlo ancora, baldanzoso come un tempo, al mio fianco. Sono contrario all’assunzione di farmaci e poi convivere con un nuovo esecutore di azioni e desideri partoriti dalla mia mente mi lusinga e m’intriga allo stesso tempo. I pensieri e soprattutto i ricordi mi hanno un pò staccato dalla realtà, ma ecco sono pronto per uscire e sono anche tranquillo e sereno, tra non molto sarò un uomo nuovo! Chiudo la porta, prendo l’ascensore, sono al box per prendere la mia auto e finalmente recarmi in ospedale. Sono in ospedale e mi accompagnano verso la cameretta, dove sarò sistemato, del padiglione di Chirurgia Plastica. Giuntovi mi sembra tutto in ordine e soprattutto ho la sensazione dell’ambiente pulito e quel che più conta, molto professionale. Dispongo le mie cose personali nell’armadietto N° 11, mi metto il pigiama e mi corico sul letto a leggere un vecchio libro di C. Bukowsky "FACTOTUM". Ho portato questo libro perché sono ormai alle ultime pagine e poi è una lettura "on the road" e mi aiuta a spezzare questa sosta forzata. Ho cenato in modo frugale, domani è giorno di intervento e gli infermieri mi hanno dato anche una pastiglia di valeriana per trascorrere una tranquilla notte. Sento dei rumori, mi sveglio e vedo le prime luci del giorno; in ospedale la vita comincia molto presto ed è accompagnata da tutti i suoi rumori, e non sono pochi... Due infermiere entrano nella cameretta e mi preparano per andare in sala operatoria. Sono sul lettino a rotelle che guidato da un infermiere procede inesorabilmente verso la sala dei cambiamenti... E’ ormai tutto pronto, mi fanno un’iniezione per anestetizzarmi e dopo non so quanto tempo, parlando e rispondendo alle loro rituali domande da pre-intervento, mi sento lentamente andare... Mi ritrovo nella mia cameretta e lentamente riprendo contatto con la realtà e sento in me agitazione, sento per la prima volta, in modo ancora irrazionale ma già consapevole di essere cambiato rispetto a prima. Sarà andato tutto bene? Come sarà lui? Saremo affiatati e soprattutto in sincronismo emozionale? Quante domande! Poi vedremo... ormai non si può più tornare indietro e poi non sono il primo e sono interventi collaudati e quasi semplici, penso così perché non si sa mai. Sono trascorsi undici giorni dall’intervento e sono già sette giorni che sono sottoposto a cure ospedaliere di riabilitazione e di recupero psicofisico e questo pomeriggio sarò dimesso. E’ sera, sono finalmente a casa, è la prima volta che siamo veramente soli io e lui, soli nella nostra intimità. Con le mani mi apro il pigiama e vado a curiosare per vederlo e conoscerlo meglio. Appena è tra le mie mani lo vedo impennarsi come un puledro selvaggio e lo sento ansimare e scalpitare! Mi tuffo nei miei ricordi e rivivo emozioni e sensazioni che non sentivo più! Lo sento forte e pronto per grandi cavalcate in lussureggianti praterie e voglioso di boschi da scoprire. Prendo il telefono e chiamo Teresa, so cha aspetta questa telefonata e poi... delle mie amiche è la più preparata e la più dotata. In questi casi non occorre la più bella, ma la più brava, la più capace, la più geisha e poi lui dentro di lei mi farà capire se tutto quanto ho fatto ha avuto una reale giustificazione. "Pronto! Si? Ciaooo amore! Si Cicci, sì come vuoi, si vengo subito, ...vuoi stasera a cena? Si ho capito, va bene, vengo da te e proviamo... si facciamo quella... "verifica" cui... tieni tanto, sono curiosa, ciao. Si tutto O.K., no non ho le mestruazioni, si sono pronta, si Cicci, faccio quello che vuoi tu, ciao a dopo." E’ proprio un tesoro Teresa, pensare che potevamo anche sposarci, ma io col mio lavoro, i miei impegni, e lei con il suo negozio che le rubava ore di vita... tra poco sarà qui e vedremo che accadrà... Sento suonare alla porta, vado ad aprire, è Teresa, una cosa da sballo totale! Dopo un sorriso e un bacio sulla bocca, apre il soprabito e vedo sotto un vestito mozzafiato... non è per niente volgare, ma oltremodo provocante, con le forme del suo corpo che vengono modellate da quest’abitino meraviglioso, con una scollatura intrigante e i miei occhi fanno da messaggeri a tutto il mio corpo... Teresa sorride e mostra ancora di più la sua enorme femminilità. Mi si avvicina e mi bacia ancora sulle labbra, ma delicatamente e dolcemente e io mi sento sempre più attratto. Stiamo cenando e avverto il desiderio di Teresa di sapere tutto; è curiosa e vuole tutte le novità e i dettagli dell’intervento che ho subito. Mentre parlo, sulle sue labbra è sempre presente un dolce sorriso e con gli occhi grandi e quasi sbarrati sembra non perdere nemmeno una parola di quello che le sto raccontando. Siamo ormai alla fine della cena e Teresa non mi stacca lo sguardo un istante, forse vuole cogliere tutto di me comprese le emozioni e rendersi attraente e piacevole. E’ una donna molto sensibile e disponibile con me. Con tempismo, e con dolce malizia prende la mia mano destra tra le sue, si avvicina a me, con lo stomaco tocca il bordo del tavolo e ciò favorisce un rigonfiamento del suo seno che si mostra bello e provocante. Io mi alzo dal tavolo e tenendola per mano, senza nulla dire, la porto verso la camera da letto. Teresa mi stringe forte la mano, mi fa sentire la sua presenza, la sua voglia di esserci e di provare cose nuove con me. Siamo nudi nel letto e Teresa sfodera tutta la curiosità femminile; me lo prende tra le mani, lo guarda e lo riguarda, gli sorride con complicità e poi lo bacia e con la lingua lo accarezza e poi con estrema determinazione e delicatezza lo mette, stendendosi sul letto, nel suo ventre. Io la stringo con passione, mi sento decollare, mi sento ai sette cieli e avverto sicurezza e forza cha sbalordiscono anche Teresa. Accelero e rallento e Teresa con le sue gambe avvolte sulle mia vita mi da i tempi e i ritmi per vivere assieme intensamente quanto stiamo facendo. Io voglio che Teresa sia la prima a raggiungere l’orgasmo, è troppo bello sentire una donna gemere di piacere accanto a te. E Teresa non vanifica il mio desiderio, poco dopo sento il suo respiro cambiare i ritmi e la sua bocca emette i suoi "rumorini" e poi si rilascia e mi porta ancor più dentro di se ma tutto per me! Bastano pochi attimi ed emetto il mio D.N.A. nel suo ventre e poi tutte e due ci rivolgiamo a schiena all’ingiù, con la mano nella mano. Teresa sorride e gioisce, io gioisco e quasi piango... Mi sento rinato! Sarò un piccolo uomo, ma è impagabile sentire e provare il sapore delle cose terrene. E’ stato troppo bello! Dopo una mezz’ora di riposo sdraiati sul letto, sento riesplodere il desiderio di fare ancora l’amore con lei! Non so se per appagare me, sentire nuovamente godere Teresa o scoprire le reazioni e le risposte di lui alle mie richieste. E’ nuovamente tra le mie braccia e sono nuovamente dentro di lei e dopo poco mi accorgo che Teresa è nuovamente sulla dirittura di arrivo e anch’io non sono molto lontano... Teresa sempre più stupita mi abbraccia forte forte e mi dice che è felice per me e mi vede come risorto... Certo la vita non è tutta qui, però è importante sentirsi in sintonia con il proprio corpo ed io lo sono, anche se un pezzo del mio corpo, un pezzo così importante e vitale, non è mio, non è "l’originale", ma che importa ormai questo è diventato mio a tutti gli effetti, è attaccato così bene che nessuno, dico nessuno, tranne Teresa, si accorgerà mai di un cazzo!