MORITURI TE SALUTANT
di Eliah il
Bardo
Non immaginavo un incontro finale di
questo tipo ... li sul lettino il suo corpo inerte e ormai
freddo, io che dovevo emettere la valutazione sulle cause del
decesso nel mio rapporto di medico legale.
Si avete capito, dovevo descrivere come era morta Susy, il
perché lo sapevano tutti; era diventata cronaca da
giornali e TV. Susy, con la sua jeep, scendendo dai tornanti
delle prealpi orobiche, dopo una curva stretta a 90 gradi, nel
rilasciare il volante per ridare alla vettura il suo assetto
naturale di marcia, commetteva un errore perdendone il controllo.
Dritta e a velocità abbastanza sostenuta, senza lasciare
segni di frenata sull’asfalto usciva di strada dopo aver
urtato con violenza un "fragile" guardrail, precipitava nel
burrone sottostante. Automobilisti di passaggio davano
tempestivamente le segnalazioni e scattavano subito i mezzi di
soccorso, tutto inutile, la bella Susy era ormai con il suo
fuoristrada in fondo alla scarpata che emetteva i suoi ultimi e
lievi respiri. E poi il suo eterno silenzio. Ecco il fatto ed io
qui con i miei pensieri davanti al suo corpo, al suo viso che
mostra una eterea serenità. In me è forte la
sensazione che Susy abbia avuto un malore e da li la perdita di
controllo dell’auto. Non riesco ad immaginare altre storie,
anche perché, pur vivendo a distanza da lei, non avevo
pettegolezzi di un suo rapporto famigliare non felice. Io Susy
l’avevo conosciuta prima del suo matrimonio con Giuseppe
"lo straniero", chiamato così perché non era del
nostro paese, e i ricordi anche se lontani sono rimasti
inchiodati nel mio cervello. Era una ragazza dolce, carina e
bionda, a me piacevano da impazzire le bionde, e come me aveva
circa ventanni; e ricordo che pur impegnato dai miei studi, per
lei sentivo dei turbamenti e facevo di tutto per poterla
vedere.
Il suo corpo presenta numerosi graffi, alcuni profondi, ma il
colpo letale l’aveva preso al collo, in quanto non bloccata
dalla cintura di sicurezza è andata a sbattere prima col
petto contro il volante e poi, nella rovinosa caduta, di
controbalzo ha per reazione subito il colpo che le ha spezzato il
collo. Anche il petto presenta un brutto e largo segno bluastro.
Mi ricordo che non le dispiacevo, insieme avevamo frequentato le
medie e poi il liceo classico. Poi io ho proseguito con medicina
mentre lei invece aveva interrotto gli studi perché suo
padre la voleva attiva nella loro piccola azienda di legname. Il
nostro non può essere definito un amore, però
c’erano tutti i presupposti ed io mi sentivo felice e
rapito da quella biondina così dolce. Eravamo giovani, e a
quei tempi i ritmi erano più lenti, era tutto più
lento e tutto rimase lì in sospeso, come ad un filo molto
sottile.
Credo che nel rapporto scriverò che il decesso è
avvenuto pochi minuti dopo l’incidente e con Susy ormai in
stato di semi incoscienza, però ancora in grado di
percepire quanto stava accadendo perché il malore era
stato momentaneo e non aveva perduto completamente la
lucidità.
Non arrivammo al bacio, lei era molto timida e con una madre
molto gelosa e possessiva ed io diviso tra lo studio e lei
cercavo di fare equilibrismi per restare al passo. Ma il passo
non venne mai e quel bacio rimase li, stampato nella mia mente e
penso anche nella sua. Poi arrivò "lo straniero", i miei
esami universitari e tutto finì come per incanto, ma forse
non era mai cominciato, era solo una tenera storia di due giovani
ragazzi e non un grande amore. Adesso, mentre sto scrivendo lei
è accanto a me, sono passati circa trentanni e Susy
è ancora dolce, carina e bionda.
Ho finito il mio rapporto e adesso chiamerò il personale
di servizio per far riporre il cadavere nei frigoriferi.
Dopo domani ci sarà il funerale e Susy non la vedrò
più per sempre.
Mi chino verso lei, le accarezzo affettuosamente il viso e le do
un tenero bacio di saluto.
Addio per sempre dolce Susy, addio.