Mussolini – I giorni di Salò

“Recriminare non serve, non resta che ripiegarsi su se stessi, non c’è più nulla da fare. Nulla da  fare, signori. Cala il sipario. In questo momento, per esempio, sento prepotentemente il desiderio di ritornare fanciullo, un monello di tredici anni, scrivere ancora affettuose lettere all’amichetta, chiederle cosa farebbe lei se si trovasse nei miei panni. Ho provocato la fortuna, si è rivoltata. Ho evocato la violenza, mi si è gettata contro centuplicata. Ho sfidato il mondo, è stato più forte di me. Ho disprezzato gli uomini, si sono vendicati.
Ho lottato sino all’estremo. Mi hanno vinto. Siamo pari. Andiamo dove si deve andare.
E vi andrò senza recriminazioni, senza odio, senza orgoglio. Addio.”

Con queste parole amare si chiude nel marzo del ’45 l’incontro tra il Duce e il sindacalista Ottaviano Dinale, un amico conosciuto in Svizzera all’inizio del secolo. Mussolini è un uomo ormai disfatto moralmente e fisicamente, rassegnato ormai all’ineluttabilità della morte. La buia parentesi della Repubblica di Salò non ha fatto altro che rimandare l’epilogo tragico del fascismo e la sua morte, consumatasi in una gelida primavera lungo le sponde del lago di Garda.
Sapiente ricostruzione storica, Mosley racconta i tragici fatti dei 600 giorni della Repubblica di Salò, in cui il Duce tenta inutilmente di rivitalizzare il fascismo tornando alle origini  repubblicane e antiborghesi. Ma nessuno gli crede più, tranne i fascisti irriducibili e alcuni giovani che con motivazioni diverse si sono arruolati volontariamente nel neonato esercito fascista. La gente è allo stremo e l’Italia è ormai un campo di battaglia in cui è in corso una cruenta lotta partigiana, è un paese in ginocchio devastato dai bombardamenti alleati, dalle stragi e dalle violenze nazifasciste, dalla miseria. Attraverso un’attenta analisi delle fonti, documenti e testimonianze (alcune fino a oggi sorprendentemente trascurate) e una narrazione rigorosa e appassionante, l’autore ci descrive Mussolini giorno dopo giorno, mentre affonda lentamente nell’impotenza, nella rabbia, nella vergogna e nella depressione, ci rivela alcuni aspetti inediti del suo carattere e della sua vita privata, ci guida alla scoperta della vera identità del suo carnefice e infine ricostruisce la storia (e la sorte) del suo famoso «tesoro».

RAY MOSELEY, è stato corrispondente europeo per il «Chicago Tribune» da Roma, Mosca, Londra, Nairobi, Berlino, Belgrado, Il Cairo e Bruxelles. Nel 1981 ha ottenuto il secondo posto al premio Pulitzer per corrispondenti esteri. Attualmente vive in Inghilterra, e in Italia ha pubblicato presso Mondadori l’acclamato Ciano, l’ombra di Mussolini (2000).

PER INFORMAZIONI E RICHIESTE:

Edizioni LINDAU
Corso Re Umberto 37
10128 TORINO – TO
tel. + 39 011 517 53 24
www.lindau.it