Due sono le tematiche portanti e altrettanto correlate che compongono l’ultima uscita del poeta romano Enrico Pietrangeli, ovvero quella dell’amore e del dolore che, per chi conosce l’opera d’esordio (Di amore, di morte), non giungeranno affatto nuove. Notevole, in ogni caso, ne è l’evoluzione proposta, sia nei contenuti che nella forma, a partire dalla strutturazione e omogeneità dei testi proposti. Oltre ai versi, nella parte conclusiva del libro, compiano anche alcune prose e, in appendice, viene proposto un resoconto dell’ultima rassegna ciclo-poetica denominata CicloInVersoRoMagna 2011, manifestazione che, per il secondo anno consecutivo, ha visto l’autore impegnato nell’organizzazione a fianco di Gloria Scarperia insieme ad altri alternatisi. Quelle di Pietrangeli sono poesie che riconducono alla più completa e autentica dimensione dell’amore, quanto nel testo viene riportato con la “A” maiuscola. Un amore contenente l’armonia e non viceversa, che è tale, e non altrimenti, solo nella capacità di sapersi donare con coerenza, poiché altrimenti non esiste compassione, ma la valenza di un bene che si confonde e contraddice col male. Un amore ben sintetizzato, nelle sue intenzione, in un altrettanto efficace epigramma “lasciamo una storia, un fine / anziché un’altra vicenda di fine”. Il dolore associato è anche sinonimo di coraggio e redenzione, oltre superflui egoismi e vittimismi, senza correre “ai ripari lenendo”. “Soffre / sanguinando l’anima / anemica, stilla energia, / vivido rosso plasma, / non più quel torbido / sangue”. Dolore da vivere nel “sacrificio, / nell’umiltà di un pellegrino, / rendendo bene, tesaurizzando” per “l’estasi d’un innamorato / in un coincidere d’esperienze / ed eventi” dove “la rivoluzione vive” a partire dalla più profonda esperienza dell’indagine interiore. Dolore che, nella fase agnostica posta a seguire il prologo in apertura delle dodici sezione in cui è suddiviso il libro, “è una malandata / pentola lasciata sul fuoco, / distrattamente”, ancora incapace di consapevolezza e più approfondita esplorazione e, quel che ne resta, “è un’annerita marmitta / svuotata del suo ribollire / per un affannoso vivere” protratto senza senso ed incapace di più profondi e catartici stimoli al vivere.
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Titolo: Mezzogiorno dell’animo
Autore: Enrico Pietrangeli
Genere: Poesia
Editore: CLEUP – novembre 2011
ISBN: 978 88 6129 775 3
Pagg. 100 – Euro 12,00
Estratto dal libro:
La revisione
È scritto stillando a caldo,
necessita d’attenta analisi
tra sempreverdi dolenze;
rievocando viaggia, si posa
tra poesie di Tabory la rosa,
là paternamente conducevo
accompagnandoti nel verso.
L’ultimo percolante sangue
fido m’attende, nell’attesa,
d’attenta revisione al verso.
Come un soldato al fronte
raccatto morti, migliorandone
la forma con l’Eterno riposo
blaterato in fretta, affino
versi col cuore resi, le piaghe
tra i dolenti refusi confino.
[tratto da Mezzogiorno dell’animo – diritti depositati – CLEUP – Enrico Pietrangeli – 2011]
Enrico Pietrangeli, autore della raccolta di poesie Di amore, di morte, pubblicata in versione cartacea (Teseo editore – 2000) e in elettronica (Kult Virtual Press – 2002), collabora con giornali e riviste da diversi anni ed è giornalista pubblicista. Presente sulla scena romana della poesia sin dagli anni Ottanta, ha curato anche rassegne e spettacoli come Poesia da Bruciare, Sicilia Poetry Bike, CicloPoEtica 2010, Nettuno Fiera di Poesia 2010 e CicloInVersoRoMagna 2011. Attraverso la traduzione poetica, si è dedicato all’opera di alcuni autori poco conosciuti. Ha ripubblicato il suo romanzo d’esordio In un tempo andato con biglietto di ritorno (Proposte Editoriali – 2005) con una seconda edizione in elettronica (Kult Virtual Press – 2007) e un’ulteriore silloge poetica dal titolo Ad Istanbul, tra pubbliche intimità (Il Foglio – 2007).
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