La scuola siciliana fiorì alla corte di Federico II dal 1220 ca. fino alla caduta della casa sveva dopo la sconfitta di Benevento. I poeti più importanti furono Federico stesso i figli Manfredi, Enzo, Federico d’Antioca, alcuni dei più alti funzionari della corte sveva, Pier Della Vigna, Iacopo Da Lentini, Guido Delle Colonne, Rinaldo D’Aquino e altri personaggi le cui notizie sono scarse, Giacomino Pugliese, Odo Delle Colonne, Iacopo Mostacci, il genovese Percivalle Doria, l’aretino Arrigo Testa, Ruggiero Apuliete. Come si può notare, la scuola siciliana ebbe un respiro più ampio di quello esclusivamente meridionale e comprese scrittori di altre zone d’Italia.

TEMI DELLA POESIA

L’elemento più importante della poesia siciliana fu il suo convenzionalismo poiché dai francesi, e in particolar modo dai provenzali, ricalcarono intenzionalmente temi, modi d’espressione, situazioni psicologiche, vocaboli. Il tema dominante della loro poetica fu L’AMORE CORTESE con il suo repertorio caratteristico:

LA DONNA – con i suoi caratteri stereotipati

  • bionda di capelli e chiara di pelle
  • lontana e inaccessibile
  • raffinata nell’educazione e nel costume
  • intelligente

L’AMANTE – il suo vassallo. Ha con la donna un rapporto di dedizione cavalleresca. Mantiene gelosamente custodito nel suo cuore questo amore come un sentimento prezioso che affina il suo animo.

Dal tema dell’amore cortese poi derivarono altri svolgimenti quali:

LAMENTI PER LA MORTE DI MADONNA

LAMENTI PER LA PARTENZA DELLA DONNA AMATA

CANZONI DI LONTANANZA E DI NOSTALGIA D’AMORE

CONTRASTI DIALOGATI