Il pensiero di Manova: Una ragazza istriana

Il pensiero di Manova: Una ragazza istriana   Per molti nostri connazionali ci sono memorie da ricordare ed altre coperte da un silenzio voluto, come nel caso dell’Istria e degli altri territori ceduti ad un “noto” dittatore stalinista. I racconti riportati in queste pagine hanno lo scopo di mantenere vivo il ricordo e il dramma di uomini e donne che hanno vissuto le dolorose vicissitudini istriane: il territorio fu assegnato all’ex Jugoslavia nel 1947, escluso il territorio libero di Trieste, che venne poi diviso tra Italia e ex Jugoslavia nelle famose zona A e zona B. Nel 1975, con il Trattato di Osimo, i due governi hanno riconosciuto definitivamente la rispettiva sovranità sulle due zone. L’intelligenza del ricordo permette che i momenti più bui e faticosi di un intero popolo non siano stati vissuti invano, ma abbiano un posto nella Storia.

BIOGRAFIA
Gianni Giuricin è nato a Pottendorf, in Austria, dove erano internati, durante la prima guerra mondiale, i suoi genitori, entrambi di Rovigno. Superato il corso allievi ufficiali viene destinato a una delle zone belliche d’impegno dell’Italia. Catturato dai tedeschi dopo l’otto settembre ’43, passa ventidue mesi d’internamento in Germania nel Lager III/A di Luckenwalde, nello Stalag 327 di Przemysl, in Polonia, nel Lager II/B di Hammerstein e, alla fine, in custodia alla Sicherheits Polizei di Eger e di Karlsbad, oggi Karlovy Vary.Liberato dagli americani viene designato, dal loro comando, “leader” del campo di raccolta degli italiani del Sudetenland; fa ritorno nell’Istria occupata dai partigiani di Tito a fine giugno 1945. Conoscitore diretto dei metodi e delle persecuzioni del piano nazionalista di Tito, organizzato per la cacciata degli italiani, Gianni Giuricin riesce a trovare riparo a Trieste, dove nel 1946 viene scelto per far parte della delegazione giuliana alla Conferenza di pace di Parigi, dove si è battuto per ottenere l’autodeterminazione delle popolazioni giuliane.Per l’ affare Osimo, che Giuricin non approva, si dimette dalla carica di vice sindaco di Trieste, dando vita, insieme ad un gruppo di socialisti triestini e istriani, alla scintilla del movimento delle sessantacinquemila firme notarili; per dieci anni è stato segretario politico e capogruppo della LpT al Consiglio regionale. Dopo un breve richiamo alle armi gli viene conferito il grado di Tenente Colonnello T.O. Giornalista pubblicista ha pubblicato molti articoli; dopo il primo libro Istria maledetta ne scrive un’altra dozzina circa.

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